Mancano ormai 9 giorni a quella che sara il referendum consultivo per chiedere di dotare la Lombardia e il Veneto di maggiore autonomia economica e fiscale. Il Referendum è stato chiesto a gran voce dalla Lega Nord e dai presidenti di queste due regioni, dove a capo governano due esponenti del Carroccio. E ieri sono stati proprio il governatore lombardo Roberto Maroni, e quello veneto Luca Zaia, a voler in qualche modo tranquillizzare i cittadini italiani, sulla scia emotiva dettata dal referendum in Catalogna, a voler precisare che non ci sono similitudini con la Spagna, visto che Lombardia e Veneto vogliono rimanere in Italia.
Per primo a parlare è stato Luca Zaia, che, hai microfoni della trasmissione radiofonica ‘Radio Anch’io’ su Radio1, ha risposto con nettezza: “Quanto accade in Catalogna spaventa perché c’è una comunicazione negativa che vuole accomunare il referendum sull’autonomia del Veneto a quello della Catalogna, invece non c’entrano nulla l’uno con l’altro. La Catalogna chiede di andare via dalla Spagna, mentre il Veneto resta in Italia, ma in base alla Costituzione chiede delle competenze. Come la ricerca scientifica, l’ordinamento sportivo, porti e aeroporti, grandi reti di trasporti, valorizzazione dei beni culturali, casse di risparmio e rurali. E’ ciò che è scritto in Costituzione, se difendiamo la Costituzione dobbiamo difenderne anche l’applicazione”. “La possibilità di trattare sull’autonomia esiste dal 2001, da 16 anni, e da allora solo Veneto e Lombardia hanno chiesto di farlo, nel 2007 e nel 2008, senza riuscire a portare a casa nulla. Tutte le altre Regioni che ora fanno le autonomiste, non hanno mai chiesto nulla in 16 anni?”, è la domanda retorica di Zaia che aggiunge: “Anche la concessione che può essere data nell’ultimo miglio, ai tempi supplementari all’Emilia Romagna è frutto del dibattito sollevato dai referendum, altrimenti l’Emilia-Romagna non riuscirebbe a portare a casa nulla”.
Sulla stessa frequenza di Zaia le dichiarazioni di Maroni, sempre riguardo al referendum, ai microfoni di Sky Tg 24: “La differenza fra noi e la Catalogna è evidente, il referendum della Lombardia e del Veneto è nell’ambito della Costituzione, nel quesito della Lombardia si parla di un’autonomia da ottenere nel quadro della unità nazionale. Nel quesito sottolineiamo che la Lombardia è una regione speciale, ‘speciale’ perché ha tantissime specialità da vantare, è quella più virtuosa e che costa di meno. Il residuo fiscale della Lombardia, la differenza fra quanto i lombardi pagano di tasse e ricevono dallo Stato, è di 54 miliardi, quello della Catalogna è 8 miliardi. Se in Lombardia dopo il referendum avremo ulteriori risorse potremo fare un neoregionalismo. E nei rapporti bilaterali della Regione col sud sono pronto a dare contributi al mezzogiorno a patto ci siano investimenti per creare lavoro e non stipendi da dare ai forestali, allora sono disposto a dare risorse se posso tenermi quelle in più”.