Un parco chiuso per dare dignità ai residenti ha scatenato numerose polemiche in questi giorni. Il governo non riesce a gestire l’enorme afflusso di immigrati arrivati in Italia negli ultimi mesi/anni e quindi i cittadini italiani si attrezzano da soli per continuare a rendere vivibili e dignitosi i luoghi dove abitano. E’ questo il caso di un gruppo di residenti di Messina, che hanno deciso di mettere un chiavistello all’entrata di uno dei parchi più belli della città, Villa Quasimodo. E questo è successo perché gruppi di immigrati e profughi sostavano nel parco tutta la giornata e a volte la notte (mangiando e facendo bisogni nel posto) impedendo di fatto alle famiglie ai bambini di entrare, giocare e passeggiare nei giardini.
Visto che le autorità competenti non hanno mai fatto nulla per evitare i bivacchi nella villa da parte degli immigrati, si è costituita la “Comunità militante Messina”, che si è assunta la responsabilità di chiudere la villa con i lucchetti e, dopo aver apposto la catena ha scritto: «Noi cittadini messinesi, vista l’impossibilità di poter utilizzare questo spazio pubblico, data l’inaccessibilità causata dalla sporcizia e dal bivaccamento di sedicenti profughi, che hanno deciso di rifugiarsi proprio dove le famiglie dovrebbero portare i bambini a giocare, abbiamo deciso di sigillare simbolicamente la villetta».
Appena venuto a conoscenza della cosa, l’assessore al decoro urbano di Messia ha predisposto la riapertura del parco e ha fatto togliere il cartello. Queste le sue parole: «Quanto accaduto è di notevole gravità poiché è stato bloccato il libero accesso ad un luogo pubblico – ha detto il componente della giunta – per una protesta intollerante che traspare dal manifesto, segno di un preoccupante clima razzista che serpeggia in città e sui social nei confronti di migranti presenti nella nostra città. Chiediamo di accertare gli autori del grave gesto e di assumere i conseguenti provvedimenti. L’amministrazione comunale ha in programma una serie di iniziative al fine di consentire un utilizzo il più ampio possibile della villetta Quasimodo e di altri spazi cittadini, favorendo progetti di integrazione e interculturalità».