“Dopo la miseria, ora ci portano anche le malattie”: scoppia la bufera sul titolo di Libero

libero titolo

Il quotidiano Libero ha dedicato la prima pagina al caso della bambina di quattro anni morta di malaria. Il titolo usato, però, ha scatenato sgomento e polemiche.

Dopo la miseria portano malattie”, è il titolo di Libero che, nel catenaccio aggiunge: “Immigrati affetti da morbi letali diffondono infezioni. Basta che una zanzara punga prima un malato e poi uno sano e quest’ultimo muore. Il governo se ne disinteressa e insiste con l’accoglienza”.

Parole forti che hanno scatenato la reazione del popolo del web che, su Twitter, con l’hashtag #Libero si è scagliato contro una scelta che, in molti, hanno giudicato strumentale e pericolosa.

Libero, però, si difende e lo fa sul proprio portale attraverso la penna di Pietro Senaldi il quale sottolinea come il quotidiano non abbia assolutamente fatto una scelta strumentale ma abbia sottolineato ciò che in tanti pensano ma non hanno il coraggio di ammettere.

“Sicuramente verremo criticati per la sintesi brutale dei fatti ma è altrettanto vero che non siamo gli unici ad aver fatto questa valutazione. Anzi, siamo sicuri che la maggior parte la pensi come noi. Saremo accusati di strumentalizzare politicamente una disgrazia, ma non è così. Primo perché noi non facciamo politica, secondo perché quanto accaduto ci sgomenta e quello che descriviamo è semplicemente il nostro spavento e la nostra preoccupazione per noi stessi, visto che solo per un caso fortunato non siamo protagonisti della vicenda, e gli altri”.

Nell’articolo, inoltre, Pietro Senaldi fa notare come da anni si parli del benessere che gli immigrati porteranno nel nostro Paese ma, negli ultimi giorni, in particolare, i fatti di cronaca raccontano di violenze e stupri ai danni di anziani e donne. Una difesa forte quella di Libero che difende così la scelta del proprio titolo.