Nel cuore del parco nazionale del Vesuvio, appena cala la notte, è buio pesto, ma a terra sono ben visibili orme di scarponi, segni di ruote d’auto che vanno su e giù. Ci sono luoghi dove la natura è incontaminata e bellissima, ma che sono stati raggiunti da coloro che hanno solo interesse a non farsi vedere, a trovare un luogo segreto e nascosto dove poter abbandonare in tutta tranquillità veleni.
Come riporta corrieredelmezzogiorno.it, in questo luogo vi è ancora la puzza di bruciato e, fino a pochi giorni fa, anche un fumo nero e denso. Oggi troviamo la cenere della vegetazione e dei rifiuti li accumulati, nel cuore di una riserva protetta.
Le fiamme sono diventate indomabili proprio a causa di questi rifiuti li abbandonati e che in pochi giorni hanno distrutto un luogo di una bellezza unica, oltre a provocare gravi danni economici.
Sono andati distrutti ettari di pini e noccioleti insieme a tonnellate di scarti industriali di aziende tessili e di vernici. I fumi dei roghi hanno sprigionato diossina a causa delle altissime temperature che hanno avvolto lastre di amianto e cumuli di pneumatici; per giorni i residenti hanno respirato questa aria tossica.
La prova di questo disastro ecologico è dato da ciò che rimane alle pendici del Vesuvio: sacchi di tessuto, barattoli di vernice, pneumatici, televisori, bidoni e chi più ne ha più ne metta, tanto da sembrare parte di quel luogo.