Rogo sul Vesuvio, dietro c’è la criminalità. E come al solito a pagare sono i cittadini

La  Procura di Torre Annunziata  ha aperto un fascicolo di inchiesta sui roghi che in queste ore stanno interessando le aree del Vesuvio e diversi comuni della provincia di Napoli. L’accusa è di incendio doloso, per ora a carico di ignoti. Buona parte dei sindaci interessati parlano di criminalità organizzata, di interessi economici dietro i roghi e chiedono lo stato di emergenza e l’attenzione del Governo. Molte case sono state evacuate per mettere in sicurezza diversi nuclei familiari che rischiavano di rimanere soffocati nei miasmi dell’incendio.

 

Schierati sul campo tre Canadair del Dipartimento nazionale della Protezione Civile e oltre 300 volontari tra Ercolano e Ottaviano insieme agli uomini della Sma Campania, della Protezione civile e dei Vigili del fuoco. La zona con la situazione più critica è quella tra Ercolano e Torre del Greco, mentre migliora quella dell’osservatorio vesuviano, ancora sotto presidio. Interventi tempestivi anche sull’isola di Ischia, a Barano, in località Cretaio dove sono intervenute squadre a terra. Roghi diffusi anche in provincia di Salerno, in particolare a San Rufo e Avellino.

Non è solo la Campania bersaglio in questi giorni di incendi: i roghi hanno colpito gran parte dell’Italia. Al centro-Sud ci sono state 23 richieste di intervento per incendi boschivi: sette dalla Sicilia, cinque dalla Calabria, quattro dalla Campania e dalla Basilicata, due dall’Abruzzo e una dall’Umbria. I soccorsi sono costantemente al lavoro per mettere in sicurezza le zone interessate e fin’ora sono stati domati sei roghi nelle province di Catania, Palermo, Messina, Potenza, Matera e Teramo.